I luoghi da visitare vicino Monsummano Terme
Itinerari a misura di bambino
A meno di 10 minuti di auto da Monsummano Terme è possibile visitare Montecatini Terme, Monsummano Alto, Montecatini Alto, Montevettolini, Serravalle Pistoiese e Larciano famosa in tutto il mondo per i brigidini.
Monsummano Terme è anche famosa per i maestri cioccolatai toscani, che qui hanno i laboratori di produzione. Un vero gioiello nel cuore della Toscana.
I benefici delle Terme di Monsummano
Le Terme di Monsummano con i bambini
Le terme di Monsummano sono particolarmente famose per il relax e l'ambiente silenzioso dell'area.
Questo non sempre concilia con le esigenze delle famiglie con bambini.
L'ingresso in piscina termale è consentito anche per i bambini, mentre l'ingresso in grotta termale è consentito solo ai bambini con età superiore a 12 anni.
Le terme di Monsummano sono particolarmente famose per la Grotta Naturale Giusti, scoperta nel 1849 Un antro meraviglioso di circa 300 metri tra stalagmiti, stalagtiti, laghetti di acqua termale e caverne meravigliose.
Da sempre la grotta termale è utilizzata per alleviare ii dolori reumatici, grazie al tepore crescente presente all'interno della grotta.
Le 3 aree Paradiso Purgatorio e Inferno, suddividono le zone interne alla grotta, in relazione alla temperatura.
Più ci si addentra nei meandri della terra, più la temperatura sale, permettendo una sauna naturale che purifica la pelle e allevia i dolori articolari.
Luoghi da visitare a Monsummano Terme con i bambini
Luoghi da visitare per famiglie
Tra le cose da visitare a Monsummano Terme con i bambini vi consigliamo:
- Il Castello nel Medioevo. L’origine del nome del Castello di Monsummano pare che faccia riferimento alla divinità del cielo notturno, Summanus.
- il Castello di Monsummano o Monsummano Alto, come era chiamato per distinguerlo dal borgo sviluppatosi in basso. Allo stato restano ora pochi resti della rocca medioevale e di un torrione pentagonale, e ruderi delle porte e delle mura, talvolta pittorescamente inseriti nella vegetazione.
- La Chiesa di San Niccolò, o “San Nicolao”, di stile romanico-gotica, rappresenta la più importante testimonianza di architettura medioevale. Essa è costruita con un unica navata, la cui abside è andata perduta in seguito ai rifacimenti effettuati nel tempo.
La chiesa è affiancata sulla destra della facciata da una imperiosa torre campanaria attraversata da un arco a tutto sesto. - Il Santuario di Santa Maria della Fontenuova Il Santuario di Santa Maria della Fontenuova, fa da cornice al più antico borgo. Esso fù costruito dal granduca Ferdinando I su un sito ove un tabernacolo rievocava miracolose apparizioni della Madonna.
Il santuario, costruito a partire dal 1602, nel 1731 fu eletta a parrocchiale di Monsummano Basso. La costruzione, di stile sobrio, è circondato da un piccolo porticato. Nell’interno, di gusto barocco, sono conservati dipinti di Giovanni da San Giovanni, di Ventura Salimbeni, di Matteo Rosselli e di Piero Dandini. - Villa Martini, edificata nella seconda metà dell’Ottocento per Ferdinando Martini e divenuta sede del Museo di arte contemporanea e del Novecento.
- Montevettolini. Montevettolini rappresenta l’altra delle “Due Terre” che una volta davano il nome alla comunità. Il toponimo, denuncia l’antichità della presenza umana nel sito, non lontano da Vaiano, dove recentemente sono stati rivenuti frammenti di mosaici di epoca tardoromana. Nel terzo decennio del Trecento, questa parte della Valdinievole passò in maniera stabile sotto il predominio di Firenze, a testimonianza che la storia di Montevettolini si identifica con quella di Monsummano. La località divenne successivamente particolarmente gradita come residenza di villeggiatura, come dimostrato dalla presenza di vari palazzi, sobrie costruzioni del Cinque e Seicento, ma soprattutto dalla Villa Medicea, iniziata nel 1597 da Ferdinando I, che prediligeva la Valdinievole. La Villa Medicea incorpora anche una delle torri di difesa posta presso una delle porte del castello, così come torre di difesa era anche quella che fu adattata a campanile della Chiesa di San Michele Arcangelo che conserva tele di Santi di Tito e Filippino Lippi. E’ appena il caso di ricordare che sulla collina di Montevettolini, sul fianco meridionale, è possibili ammirare i resti della vetusta Chiesa di Sant’Andrea, incorporati in una casa colonica che ha serbato il toponimo.
- il Museo della città e del territorio e il Centro studi e ricerca. Il museo nasce nel 1998, ed è articolato in varie sezioni dedicate ai diversi aspetti della storia della città e della Valdinievole. La vasta sala centrale, introduce gli argomenti che sono trattati nelle sale del museo e ospita la sezione di Ambiente e Storia. Presso la sala centrale, viene documentato il processo di trasformazione del paesaggi. In particolare vengono offerte informazioni sulla storia dal punto di vista naturalistico e ambientale, nonché sugli insediamenti della popolazione e sulle attività produttive. Molto interessante è la ricostruzione tridimensionale e interattiva dell’area del Padule di Fucecchio, che consente di conoscere, dall’antichità fino ad oggi, la poderosa opera di bonifica e di trasformazione dell’ambiente lacustre. Nel Museo sono presenti documenti che rilevano la dinamica del popolamento della zona dall’epoca protostorica al Medioevo, caratterizzato dalla presenza degli etruschi e dei romani, e con il sistema insediativo dei castelli sui rilievi collinari intorno al Padule di Fucecchio. Nelle sale che si succedono intorno al salone centrale ospitano, sono allocate le sezioni di Geologia e Paleontologia, dove è possibile trovare i reperti fossili e campioni di rocce e marmi estratti dal colle di Monsummano; le sezioni di Archeologia, con la presenza di reperti etrusco-romani rinvenuti nel territorio e il plastico del castello di Monsummano; le sezioni del Padule di Fucecchio, con notizie storicogeografiche dell’area e due caratteristiche barche per la navigazione palustre. Infine nelle sezioni dedicate alle Fattorie granducali, all’Arte sacra e religiosità popolare, al Tesoro di Maria Santissima della Fontenuova, della Valdinievole Felix, alle Attività Termali e, alle Attività produttive e industriali.
Le cure termali alle Terme di Monsummano in Toscana
Le cure termali a Monsummano Terme
La notorietà della cittadina di Monsummano Terme è da lunga data legata alle cure termali, che vengono effettuate nelle grotte utilizzando i vapori naturali per bagni di sudore.
Le grotte termali di Monsummano Terme rappresenta l’orgoglio di tutta l’intera popolazione locale, in quanto famose in tutto il mondo. Gli effetti terapeutici delle grotte, attraverso l’azione sudorifica, è in grado di curare, in modo efficace, patologie reumatiche e respiratorie. Gli effetti generati con un ciclo di grotta termale sono a dir poco prodigiosi.
La maggiore di esse è la Grotta Giusti, di proprietà della famiglia del poeta Giuseppe Giusti, che fu scoperta nel lontano 1849.
Si tratta di un ampio antro naturale che penetra nel monte per circa 300 metri. Esso è costituito da caverne comunicanti e da vari sentieri. All’interno dell’antro è situato un laghetto alimentato dalle sorgenti salso solfato alcalino (27,5-34 °C). Le proprietà della grotta Giusti sono importanti per la cura di alcune malattie come l’artrite e i reumatismi.
Tra le patologie curabile, le malattie reumatiche, sono quelle che traggono maggiore beneficio grazie all’azione delle grotte sudorifere di Monsummano.
Tra i tanti personaggi famosi che hanno scelto Monsummano Terme per le loro vacanza termali, non si può non ricordare l’eroe dei due monti, Giuseppe Garibaldi, che venne a Monsummano, traendo gran beneficio dalle cure a cui qui si sottopose.
Non solo Garibaldi si curò dagli acciacchi reumatici, anche Lajos Kossuth, il famoso eroe nazionale ungherese, venne a Monsummano, che dopo il ciclo termale ritornò al nella propria nazione rifiorito.
Fra i divi del cinema che hanno apprezzato i benefici della grotta Giusti, ricordiamo la diva del cinema Elizabeth Taylor, che sostenne di essere guarita dai reumatismi, come ebbe a scrivere nell’album dei pensieri messo a disposizione dalla grotta.
Storia di Monsummano in Toscana
Cenni storici di Monsummano Terme in Toscana
Anticamente il territorio della cittadina termale prendeva il nome di Due Terre di Val di Nievole, ciò vuol significare che per lungo tempo i due più importanti insediamenti del territorio, Monsummano e Montevettolini, hanno avuto un percorso d’importanza epocale non molto differente, anche se con il passar del tempo Monsummano ha prevalso.
Ad ogni modo, nella struttura organizzativa dello Stato mediceo di Cosimo I, sia Monsummano che Montevettolini, unitamente a Buggiano, Massa e Cozzile, Montecatini e Uzzano, erano parte della Podesteria di Borgo a Buggiano.
Nel periodo del Medioevo il territorio era suddiviso tra i plebati di Vaiano, cui apparteneva Montevettolini e di Nievole o di Montecatini, da cui dipendevano la chiesa di Monsummano e quelle di altre località sulle pendici del monte Albano, distretti ecclesiastici facenti parte della Diocesi di Lucca.
A seguito della bonifica del padule, nella parte pianeggiante del territorio comunale, si ebbe uno sviluppo demografico importante. Tra le aeree più popolate spicca senza dubbio Cintolese, località che nasce al centro di una vasta colmata promossa dal granduca Pietro Leopoldo, ove fece costruire una chiesa dedicata a San Leopoldo, tanto è vero che la località fu inizialmente chiamata Chiesa Nuova. Su Monsummano sembra abbiano avuto signoria i nobili di Maona, di Montecatini e di Capraia.
Nel 1128 il vescovo di Lucca acquistò dal Monastero di San Tommaso, e col consenso dell’abate di Sant’Antimo, da cui il monastero dipendeva, tutti i beni che il cenobio stesso possedeva nella corte di San Vito presso Monsummano. Monsummano con il suo distretto fu acquistato dal comune di Lucca nel 1218 dall’abate di Sant’Antimo.
Al seguito delle lotte al tempo della signoria di Uguccione della Faggiuola in Lucca e delle lotte con Firenze, quest’ultima, nel 1314, occupò anche Monsummano. Successivamente alla disfatta dei fiorentini a Montecatini, i castelli delle Valdinievole ritornarono nelle mani dei lucchesi. Morto Castruccio Castracani i castelli finirono di nuovo sotto il predominio di Firenze.